mercoledì 12 dicembre 2007

Dio è una colossale pappolata!!!

Sto leggendo un libro: "I Miserabili"... erano anni che volevo leggerlo!!!
In realtà sono appena all'inizio... non ho molto tempo per leggere e la sera sono molto stanca, ma un pò alla volta arriverò alla 958esima pagina!!! ;-)

Ho cominciato da pochi giorni a leggerlo e già alla 37esima pagina sono rimasta affascinata da questo passaggio che riporto: è un senatore che parla al vescovo di Digne...
Siamo anime, saremo angeli, avremo le ali azzurre sulle scapole. Aiutatemi a ricordare: non è Tertulliano che dice che i beati andranno da un astro all'altro? Bene: saremo le cavallette delle stelle! E poi, vedremo Dio. Via, via, via! i vostri paradisi sono tutti ciurmeria e Dio è una colossale pappolata. Non direi certo questo sul Moniteur; ma lo bisbiglio fra amici, inter pocula.
Sacrificare la terra al paradiso, vuol dire lasciar la carne per l'ombra. Esser gabbato dall'infinito? Non sono così stupido! Io sono niente, mi chiamo il signor conte Niente, senatore. C'ero, prima di nascere? No. Ci sarò dopo la morte? No. Che sono? Un po' di polvere tenuta insieme da un organismo. Che cosa debbo fare su questa terra? Ho la scelta: o soffrire, o godere. Dove mi condurrà la sofferenza? Al nulla; ma avrò sofferto. Dove mi condurrà il godimento? Al nulla; ma avrò goduto. La mia scelta è fatta. Bisogna o mangiare o essere mangiati. E io mangio; meglio essere il dente che l'erba: questa è la mia saggezza. Dopo di che una bella spinta, e addio, ecco il becchino per noi il Pantheon, e tutto cade nella gran fossa: fine, finis. Liquidazione completa: in quel momento si svanisce. Credetemi, la morte è morte; ed io rido all'idea che là ci sia qualcuno che ha qualcosa da dirmi. Sono invenzioni da balia, tanto il mago Sabino per i piccoli, quanto Jehovah per i grandi. No: il nostro indomani è la tenebra e al di là della tomba ci sono soltanto dei nulla tutti uguali. Che voi siate stato Sardanapalo o che siate stato Vincenzo da Paola, è sempre lo stesso nulla: ecco la verità. Quindi vivete soprattutto, servitevi del vostro io finché l'avete. Io vi dico, in verità, signor vescovo, che ho la mia filosofia ed i miei filosofi e non mi lascio corbellare dalle chiacchiere. Dopo di che, riconosco che ci vuol bene qualcosa per coloro che sono in basso, per i senzatetto, per gli arrotini, per i disgraziati; si danno loro in pasto le leggende, le chimere, l'anima, l'immortalità, il paradiso e le stelle, ed essi biascicano questa roba e la mettono sul pan secco. Chi non ha nulla ha il buon Dio; è il meglio che possa avere. Io non vi faccio impedimento, ma serbo per me il signor Naigeon. Il buon Dio è buono per il popolo.»
Il vescovo battè le mani.
Grandi parole!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma il vescovo battè le mani con l'intenzione di stoppare le parole del senatore, o per fargli un applauso??
:D

Cmq stiamo sempre parlando di un romanzo di Victor Hugo e penso che discorsi del genere ne troverai molti...

WonderKiki ha detto...

Ovviamente è per applaudirlo... e complimentarsi per la fermezza di pensiero... che non è da molti!!! ;-D